Lavorare con il corpo ha su di me lo stesso effetto di quell’eccitante trepidazione che provi prima di entrare in scena.
Puoi anche ricordare perfettamente il copione ma l’inaspettato è sempre dietro l’angolo.
Puoi aver studiato la tua parte per giorni o mesi ma solo nel momento in cui si solleva il sipario ti cali davvero nel tuo personaggio e non è più tanto una questione di memoria, lì entra in gioco la pelle, il cuore, l’anima.
Lì conta fin dove riesci a spingerti, quanto ti abbandoni e ti lasci trasportare, quanto ti permetti di vedere di te nella parte che interpreti, quanto coraggio hai di donarti, senza riserve.
È una questione di intimità, di presenza, di ascolto.
C’è moltissimo nel modo in cui ti invito a lavorare sul corpo che ha la stessa ritualità e l’estatica intensità del teatro, che ha la stessa fame di autenticità e la capacità di portarti dentro e tra i mondi, di creare uno stretto legame con le tue parti più invisibili e nascoste, di prepararti all’imprevisto e all’incontro con la vera/ il vero te.
C’è l’intento di scatenare il fuoco dell’istinto e dell’ispirazione, di prenderti per mano e condurti alla scoperta del tuo potere creativo, della forza della tua energia sessuale, della tua natura metamorfica.
C’è la voglia di farti comprendere cosa sia l’embodiment, cosa significa incarnarti, scoprirti, manifestare ed esprimere, attraverso il corpo, tutto quello che sei, tutto quello che hai dimenticato di essere, tutto quello che non sapevi di poter essere.
Chandani Alesiani
Photo Credit: Giui