Non avrei mai pensato che il risveglio, il corpo, la sessualità sacra, il selvaggio, divenissero un motore nella mia storia personale e una forma preziosa di ricerca nel mio lavoro.
Ci sono stati dei momenti in cui arrancavo, nel disperato tentativo di renderlo comprensibile, di farvi respirare il loro significato e la loro sacralità e invitarvi a riconoscere come fosse possibile farne uno strumento di trasformazione e crescita personale.
Momenti in cui, pur consapevole di trattare qualcosa di delicato e fuori dall’ordinario, non volevo accettare i giudizi, le distanze e la difficoltà di vivere come naturale qualcosa che è parte di noi.
Nonostante tutto, però, non sono mai riuscita a mettere in pausa il desiderio di continuare su questa strada e, anzi, ho imparato ad amarne le curve e le spigolosità.
Non ci stavo a pensare di tenere i sensi sullo sfondo e di rinunciare a quella collezione di sensazioni che ti colgono di sorpresa, quando meno te l’aspetti. Non ci stavo a restarmene con le mani in mano, mentre sacrifichi l’estasi, l’istinto, la passione, mentre uccidi il piacere, stringi nodi in gola e guardi il tuo corpo da fuori, come fosse un estraneo.
Non volevo assistere al silenzio di un vita che non rischia, che non cambia, che non segue le tue evoluzioni e le tue urgenze.
Volevo provarci.
Volevo mostrarti che esistono altre strade.
Che c’è tanto altro da scoprire e tanti modi in cui scoprirti.
E mi sono ripromessa di farlo, sempre e comunque.
Per te.
Per chi ha il coraggio di svegliarsi una mattina e ricominciare.
Chandani Alesiani
Photo Credit Giui